A cura dell’Energy Team
Si segnala un importante chiarimento reso dal Gestore dei Servizi Energetici – GSE S.p.A. (“GSE”) in merito alla possibilità di accedere agli incentivi per gli impianti realizzati a terra su: (i) discariche e lotti di discarica chiusi e ripristinati; (ii) cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento estrattivo e (iii) aree bonificate, qualora a valle del rispristino, del recupero ambientale e/o della bonifica, le stesse aree abbiano destinazione agricola.
Il GSE ha evidenziato, in particolare, che “il divieto di accesso agli incentivi statali per impianti con moduli collocati a terra in aree agricole, si applica anche agli impianti fisicamente realizzati” sulle aree sopra descritte.
A ben vedere, tale chiarimento non costituisce una novità, bensì una conferma della posizione già assunta da Legambiente, dallo stesso GSE e da altre associazioni di settore a valle dell’entrata in vigore del D.M. 4 luglio 2019 (il “Decreto FER 1”) nonché di quanto espressamente contenuto nel Paragrafo “3.1.7 Impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra” del Regolamento Operativo per l’accesso agli incentivi del Decreto FER 1., che a sua volta richiama le disposizioni di cui all’art.65 del Decreto Legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito con modificazioni dalla Legge 24 marzo 2012, n. 27, volte a impedire l’accesso agli incentivi statali di cui al Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole.
Il GSE ha, dunque, confermato la validità di una regola che ha in concreto impedito di realizzare una delle finalità che lo stesso Decreto FER 1 sembrava porsi, vale a dire il recupero di cave abbandonate e altri siti ambientalmente compromessi, tramite la possibilità di ospitare impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Ciò è stato del resto confermato dagli esiti della prima procedura (aste e registri) del Decreto FER 1, in cui non è pervenuta nessuna domanda proveniente da titolari di impianti realizzati su ex-cave o discariche.
Le ragioni di tali esiti derivano dalla circostanza che la realizzazione di impianti nelle cave dismesse e nelle exdiscariche è possibile solamente in casi isolati, atteso che la maggior parte delle cave e/o discariche presenti sul territorio italiano è ubicata su terreni aventi ancora destinazione urbanistica agricola, quindi idonea a impedire l’uso virtuoso a scopi energetici di tali aree.
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