A cura di Manfredi de Vita, Andrea Lensi Orlandi e Flavia Caltagirone
A seguito di una dichiarazione congiunta con la Commissione europea dello scorso 19 marzo([1]), afferente alle modalità attraverso cui gli operatori possono adottare misure di gestione del traffico di rete volte a prevenirne la congestione e a fronteggiare l’aumento della domanda conseguente alla diffusione del COVID-19, l’Organismo dei Regolatori europei delle Comunicazioni Elettroniche (“Body of European Regulators for Electronic Communications – BEREC”) si è impegnato a svolgere una attività di reporting per monitorare i riflessi sul traffico internet in ogni Stato membro.
Tale attività ha altresì riguardato la raccolta di informazioni su eventuali ulteriori misure adottate dalle Autorità di vigilanza nazionali (“National Regulatory Authorities – NRA”) e sulle iniziative adottate da soggetti pubblici e privati.
Il più recente aggiornamento del “Summary Report on the status of internet capacity, regulatory and other measures in light of the Covid-19 crisis” è stato pubblicato il 22 maggio 2020([2]) e riflette lo stato delle informazioni fornite al BEREC dalle NRA alla data del 19 maggio.
In una ottica di più ampio respiro, nel presente documento sono però riportate le risultanze considerate più interessanti della attività di reporting svolta dal Garante europeo da marzo ad oggi.
Le misure regolatorie adottate dalle NRA
Gli interventi posti in essere dalle NRA sono finora sostanzialmente consistiti nel monitoraggio dei dati forniti dagli operatori e dagli internet service provider che hanno reso note le misure eccezionali adottate nel periodo emergenziale.
Tra le più frequenti, si riscontrano:
- l’aumento di traffico dati mobili negli abbonamenti in essere senza richiesta di costi aggiuntivi;
- l’ottimizzazione delle velocità di upload/download; e
- l’ampliamento della capacità di rete “all’occorrenza”.
Al fine di sollecitare il buon uso della rete tra gli utenti, alcune NRA hanno anche avviato campagne di informazione rivolte ai consumatori, con raccomandazioni pratiche sulle modalità di utilizzo consapevole del web: in più casi, ad esempio, è stato sconsigliato di eseguire download di grandi dimensioni o di usufruire dello streaming video in HD nelle ore di punta, anche al fine diridurre possibili congestioni a discapito del fluido utilizzo della rete per le attività essenziali di smartworking e apprendimento a distanza.
Parallelamente, le NRA hanno rivolto raccomandazioni agli operatori, invitando all’adozione di tutele nei confronti degli utenti: tra le altre, è stato richiesto di non intraprendere azioni contro i consumatori attualmente impossibilitati a provvedere al pagamento delle bollette e di monitorare le interruzioni di servizio presso i siti di servizi essenziali (e.g., negli ambulatori).
In questa direzione è altresì emerso che le NRA e gli operatori stanno agendo assieme per garantire costantemente la corretta funzione delle telecomunicazioni nelle infrastrutture cliniche e negli altri luoghi di esigenza primaria, adottando piani emergenziali e valutando i rischi relativi alla continuità del servizio.
Sempre con riferimento alle comunicazioni, molti Stati membri hanno istituito numeri emergenziali per scopi medici e per facilitare le registrazioni ai test connessi all’epidemia.
Interessante è poi il tentativo posto in essere da alcune NRA di combattere la disinformazione, intervenendo esplicitamente per cercare di smentire le teorie di cospirazione riguardanti i presunti legami tra l’implementazione del 5G e la diffusione del COVID-19.
In una direzione simile le NRA, tra cui la italiana Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – AGCOM, stanno anche emanando costanti avvertimenti in risposta all’aumento dei cyber attacchi (con conseguenti data breach) nei confronti delle infrastrutture di comunicazione elettronica registrati dall’inizio dell’emergenza.
Gli impatti del Coronavirus sui consumi di rete
In linea generale, a partire dalla diffusione del COVID-19 in Europa fino alla data odierna, è possibile registrare tre fasi nella evoluzione del cyber-traffico: (i) un forte aumento nel momento iniziale, (ii) una stabilizzazione dei consumi e (iii) una diminuzione, allo stato attuale, di utilizzo, pur restando fermo l’incremento nell’uso dei sistemi di telecomunicazione rispetto al periodo pre-COVID.
La tendenza può dirsi diffusa su tutto il territorio europeo dove, tra l’altro, nonostante il traffico dati sulle reti fisse e mobili sia aumentato si è registrata una tenuta generale del sistema e una assenza di congestione rilevante, temuta inizialmente dai più.
Tornando alla fase attuale, dunque, si registra una diminuzione del traffico rispetto al momento iniziale. Questo andamentoè confermato anche da AGCOM che ha diffuso i seguenti dati: stabilizzazione del traffico dati mobile (volume medio +29% durante il lockdown) e fisso (volume medio +57% nel periodo di lockdown). A partire dalla conclusione della prima settimana di maggio fino ad oggi, è stato confermato un calo del traffico internet, evidentemente legata alla progressiva riapertura delle attività produttive.
Le misure tech per monitorare la diffusione del COVID-19
In questi mesi, il BEREC ha chiesto alle NRA di rendere nota la presenza di applicazioni/soluzioni, adottate nei rispettivi Stati membri, al fine di monitorare la diffusione del COVID-19.
Alla data del 12 maggio 2020, 19 NRA hanno replicato: di queste, 13 Autorità hanno chiarito che almeno una applicazione/soluzione tech è effettivamente in funzione nello Stato membro, mentre altre 3 NRA hanno indicato che, sebbene non ancora esistenti, è intenzione del Paese sviluppare applicazioni/soluzioni con tale funzionalità.
Più nel dettaglio, in Austria la Croce Rossa ha messo a disposizione una applicazione per gestire i contatti e arginare la catena di infezioni.
In Croazia esiste una app denominata “Andrija” che non ha lo scopo di tracciare o monitorare gli individui, ma di offrire una guida per la autovalutazione della presenza di sintomi da COVID. Similarmente è stato fatto in Spagna e Polonia, qui con la app “ProteGo”.
In Italia (per un maggiore approfondimento sui profili privacy si veda «L’ICT a servizio della salute pubblica: combattere il Covid-19 a “colpi di app”», pubblicato nell’ambito dell’ICT & TMT Outlook di PwC TLS Avvocati e Commercialisti e disponibile all’indirizzo web: https://blog.pwc-tls.it/it/2020/04/23/lict-a-servizio-della-salute-pubblica-combattere-il-covid-19-a-colpi-di-app/ ) sono state utilizzate, a livello regionale, diverse applicazioni per facilitare i contatti a distanza con medici e infrastrutture sanitarie; il Governo ha quindi approvato l’utilizzo di una app per il tracciamento dei contatti (“Immuni”) la cui release era inizialmente attesa per la fine del mese di maggio, ma sembra che il dibattito (non ancora esaurito) sulla sua effettiva implementazione possa tradursi in un ritardo nel lancio. In ogni caso, è al momento disponibile il codice sorgente dal quale è possibile intuire le funzionalità dell’app e sono state pubblicate le immagini che ne mostrano l’interfaccia.
Proseguendo, si segnala l’esperienza belga in cui i dati forniti dai tre principali operatori di telefonia mobile sono utilizzati per determinare l’impatto della quarantena.
In Montenegro, invece, il Governo pubblica online i nomi dei cittadini che sono in isolamento obbligatorio, mentre in Slovacchia i dati di localizzazione dei cittadini che sono risultati positivi al tampone per il COVID-19 sono monitorati dal Governo sulla base delle informazioni fornite dagli operatori di telefonia mobile.
Conclusioni
L’attività di monitoraggio del BEREC in veste di Garante europeo si sta rilevando preziosa per conoscere le misure che le Autorità stanno adottando negli Stati membri, in una ottica di sempre maggiore allineamento normativo che favorisce l’abbattimento dei confini “legislativi” tra gli Stati membri.
La raccolta delle informazioni che di fatto riguardano lo stato della rete è invece utile per comprendere la effettiva tenuta della rete a livello europeo, nonché per immaginare quali prossimi “passi tecnologici” potranno essere compiuti.
Resta senz’altro di massimo interesse comprendere quale sarà il quadro normativo e fattuale che esisterà quando l’emergenza sanitaria potrà dirsi definitivamente rientrata: se è arduo immaginare quali riflessi “permanenti” si produrranno sui comportamenti più “intrinsecamente” umani, non c’è da dubitare sul fatto che l’ambiente in cui viviamo potrà considerarsi irreversibilmente modificato. Gli interventi normativi dovranno quindi, necessariamente, plasmarsi su un contesto diverso. Un confronto con “quel che sarà” potrà quindi consentire di analizzare i trend emersi, quantomeno nell’utile tentativo di cercare un filo conduttore, una conclusione nella attività di studio.
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