Ritenute alla fonte da IP e “nexus” in Germania – problemi di tempistiche e come affrontarle

Alessandro Di Stefano, Giovanni Consiglio, Giuseppe Falduto ed Elisa Pesce

Nell’ambito del pagamento di royalties connesse alla detenzione di proprietà intellettuali quali brevetti e marchi (IPs), la normativa tedesca ha istituito un obbligo di pagamento di ritenuta alla fonte in Germania in capo al soggetto pagatore, anche nel caso sia il soggetto pagatore che il percettore le royalties non siano residenti in Germania. Infatti, le autorità fiscali tedesche ritengono che, al ricorrere di alcune circostanze, sussista un nesso che genera obbligo di pagamento della ritenuta alla fonte in Germania a prescindere dalla residenza dei soggetti coinvolti. A questo proposito, come già anticipato nella nostra newsletter del 14 settembre 2021, si verificano degli obblighi di pagamento di ritenuta alla fonte in Germania, sia nel caso di (i) mera registrazione nei pubblici registri tedeschi di diritti IP, che generano pagamenti di royalties tra società non residenti in Germania, sia (ii) nel caso di sfruttamento economico dell’IP tramite una stabile organizzazione tedesca, indipendentemente dalla registrazione del relativo IP. In entrambe le circostanze, insorgerebbe, in capo al soggetto pagatore non residente, l’obbligo di pagamento di una ritenuta pari al 15.825%. Inoltre, tale disposizione avrebbe effetto retroattivo sui pagamenti di royalties effettuati dal 2015 ad oggi.

Tuttavia, la ritenuta in capo al soggetto pagatore di cui sopra verrebbe meno qualora il corrispondente percettore di reddito non residente (i) soddisfacesse i requisiti previsti dalla convenzione contro le doppie imposizioni conclusa tra la Germania e il suo paese di residenza, e (ii) risultasse escluso dal campo di applicazione delle disposizioni anti-elusive tedesche (“anti-treaty shopping rules”).

Dal punto di vista procedurale, il soggetto percettore in oggetto è tenuto a presentare preventivamente al pagamento delle royalties una richiesta di esenzione alle autorità fiscali tedesche, allo scopo di fornire prova dei requisiti di cui sopra. A seguito di un’adeguata verifica, le autorità fiscali tedesche rilasceranno un certificato di esenzione che autorizzerà formalmente il soggetto percettore a non effettuare la ritenuta alla fonte in Germania. In via eccezionale e parallelamente alla regola, il Ministero delle Finanze ha elargito la facoltà di presentare l’istanza di esenzione anche in seguito al pagamento delle royalties, dando pertanto un carattere retroattivo all’esenzione, che coprirebbe tutti i pagamenti effettuati dal 2015 a oggi se il certificato fosse ottenuto entro il 30 giugno 2022.

A questo proposito, il termine per presentare la domanda di esenzione è stato recentemente esteso al 30 giugno 2022 (in precedenza il termine era il 31 dicembre 2021).

Attualmente le tempistiche per il rilascio del certificato di esenzione fiscale da parte delle autorità fiscali tedesche si aggirano mediamente tra i 6 e i 12 mesi. Tuttavia, se la richiesta di esenzione fiscale non è adeguatamente supportata da un’analisi approfondita del trattato contro le doppie imposizioni e delle disposizioni nazionali tedesche, le autorità spesso tendono a inviare richieste di chiarimenti supplementari, con l’effetto di allungare il processo per l’ottenimento dell’esenzione.

Di conseguenza, è lecito chiedersi: cosa accadrebbe se il certificato di esenzione non venisse rilasciato dall’autorità fiscale tedesca entro il termine del 30 giugno 2022?

Secondo un’interpretazione di PwC Germania del quadro normativo attuale, i pagamenti di royalty che qualificano ai fini dell’applicazione della disposizione di cui sopra, effettuati dal 2015 fino al 30 giugno 2022, dovrebbero essere protetti dalla procedura di richiesta di esenzione, il che significa che non ci sarebbe alcun obbligo di applicare la ritenuta tedesca fino a che non sia stata formalmente negata l’esenzione dall’autorità fiscale tedesca.

Di converso, i pagamenti di royalty qualificati per l’applicazione della regola in oggetto effettuati dopo il 30 giugno 2022 dovrebbero essere soggetti alla ritenuta tedesca qualora il certificato di esenzione fosse stato richiesto in tempo utile ma non ancora ottenuto al 30 giugno 2022.

In considerazione di quanto sopra, le multinazionali italiane dovrebbero valutare le loro strutture e le proprie transazioni IP al fine di identificare potenziali IP registrati in Germania e valutare la propria compliance alla normativa tedesca, in particolare:

  • Analizzare il prima possibile in che misura le società del gruppo potrebbero essere interessate da questa nuova normativa (ad esempio, analisi del nexus IP).
  • Analizzare la convenzione contro le doppie imposizioni applicabile e la normativa Tedesca.
  • Richiedere il prima possibile il certificato di esenzione per le royalty, che dovrò essere ottenuto entro il 30 giugno 2022.
  • Presentare le dichiarazioni fiscali per le operazioni che potrebbero non rientrare nella procedura di esenzione.

Si segnala anche che il rilascio del certificato di esenzione da parte dell’Autorità fiscale tedesca dovrebbe proteggere i soggetti non residenti dai rischi sanzionatori, anche in termini di responsabilità penale, per mancati obblighi dichiarativi e di versamento in Germania.

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Alessandro Di Stefano

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