A cura di Vitalba Passarelli, Giovanni Marra, Fabrizia Portaro
Lo scorso 13 luglio il Ministro agli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha incontrato a Bruxelles la Vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, la quale ha accolto positivamente la proposta relativa all’istituzione di un’unica Zona Economia Speciale (ZES) che comprenda tutte le regioni del Mezzogiorno. La proposta del Governo mira ad estendere a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazioni e accelerazione delle procedure approvative e autorizzative e di sostegno fiscale alle imprese che si insediano o investono nelle ZES.
Durante l’incontro è stato, inoltre, avviato il confronto con la Commissione anche in ordine alla misura “Decontribuzione Sud” in scadenza al 31 dicembre 2023, il cui scopo è quello di sostenere l’occupazione nel sud Italia, in particolare per le donne e per i giovani. Anche su questa tematica la Vicepresidente Vestager ha espresso la piena disponibilità della Commissione nel rendere questo strumento una misura più strutturale e permanente e più orientata agli investimenti, andando così incontro alle necessità e alle sfide per la crescita economica del Mezzogiorno. Trattasi dunque di opportunità importanti per il rilancio e lo sviluppo dell’economia del Sud, il cui obiettivo è quello di rafforzare e sostenere la crescita e la competitività dell’intero Mezzogiorno d’Italia.
Le ZES sono state introdotte nell’ordinamento italiano con il D.L. n. 91/2017 (“Disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno” o “Decreto Sud”, convertito in Legge n.123/2017), il quale all’art. 4, co. 2, stabilisce che “per ZES si intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata” in cui “le aziende già operative e quelle che si insedieranno possono beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attività di sviluppo di impresa”.
Le regioni interessate da tale misura sono l’Abruzzo, la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, all’interno delle quali i comuni e le aree classificate ZES sono generalmente identificate all’interno del Piano di Sviluppo Strategico regionale. In particolare, è previsto che le nuove imprese e quelle già esistenti, che avviano un programma di attività economiche imprenditoriali o di investimenti di natura incrementale nelle ZES, possono usufruire di particolari agevolazioni fiscali per gli investimenti effettuati (credito d’imposta) e di semplificazioni amministrative.
Nelle ZES è infatti prevista l’applicazione, in relazione agli investimenti effettuati, del credito d’imposta di cui all’art. 1, commi 98 e seguenti, della legge n. 208/2015 (cd. Credito d’imposta per il Mezzogiorno), oltre che la riduzione al 50% dell’aliquota Ires, per i primi anni di attività, fruibile in regime di aiuti de minimis. L’art. 1, comma 267, della legge di Bilancio 2023, ha modificato l’art. 5, comma 2, primo periodo, D.L. n. 91/2017, prorogando al 31 dicembre 2023 il credito d’imposta per gli investimenti effettuati nelle ZES. La fruizione del beneficio – a seguito delle modifiche apportate dal decreto-legge n. 77 del 2021 e poi dalla legge di bilancio 2023 – è commisurata alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti entro il 31 dicembre 2023, nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro ed esteso, a partire dal 1° giugno 2021, all’acquisto di immobili strumentali agli investimenti, poi esteso dal 1° maggio 2022 anche all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.
In generale, le percentuali di credito d’imposta sugli investimenti agevolabili variano in base alle dimensioni aziendali e, salvo che per la regione Abruzzo che sconta aliquote ridotte, si applicano come segue:
- 45% piccole e microimprese;
- 35% medie imprese;
- 25% grandi imprese;
- o alle diverse aliquote previste, a partire da gennaio 2022, dalla nuova Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.
Ricordiamo che il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto, ed è utilizzabile esclusivamente in compensazione, a decorrere dal periodo d’imposta in cui è stato effettuato l’investimento e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.
A seguito dell’approvazione della proposta del Governo da parte della Commissione europea, occorre quindi attendere i passaggi normativi di recepimento della nuova configurazione delle ZES, anche considerato che il credito d’imposta per il Mezzogiorno / ZES è attualmente in scadenza al 31 dicembre 2023, ed è pertanto lecito attendersi una proroga che permetta alle imprese interessate di poter programmare i nuovi investimenti in un arco temporale congruo. Tale novità potrebbe infatti determinare un’occasione concreta e irripetibile per la sviluppo delle regioni meridionali e la convergenza verso i livelli occupazionali ed economici delle aree più avanzate del Paese.
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