A cura di Vitalba Passarelli, Giovanni Marra e Antonio Maresca
Il decreto Omnibus (DL n. 104 del 10 agosto 2023) recante “Disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici” ha introdotto – in coerenza con gli obiettivi indicati nella comunicazione della Commissione europea (COM 2022) 45 final dell’8 febbraio 2022, concernente «Una normativa sui chip per l’Europa» – un nuovo bonus, sotto forma di credito d’imposta, per le imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo nel settore della microelettronica e dei semiconduttori, settore sempre più strategico per il Paese per poter competere con le altre economie avanzate.
La disciplina in merito è contenuta nell’articolo 5 del citato decreto “Credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo nella microelettronica e Comitato tecnico per la microelettronica” che prevede che il credito d’imposta sia utilizzato in compensazione a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento dei costi. Per tale misura sono state stanziate risorse pari a 530 milioni i quali saranno così suddivisi: 10 milioni per il 2024, e rispettivamente 130 milioni per gli anni successivi fino al 2028, andando dunque a coprire i costi sostenuti dall’entrata in vigore del decreto sino al periodo chiuso al 31 dicembre 2027.
Da segnalare che non vi sarà cumulabilità con il già esistente credito per attività di ricerca sviluppo ed innovazione, previsto dalla legge 160/2019 e successive modifiche e integrazioni per la generalità delle imprese.
Soggetti beneficiari e costi ammissibili
Ulteriore elemento di novità del nuovo credito d’imposta è rappresentato dal fatto che potranno beneficiarne anche i soggetti – imprese residenti nel territorio dello Stato e stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti – effettuano la cd. “ricerca “inbound” (o ricerca commissionata) cioè che eseguono le attività di ricerca e sviluppo nel caso di contratti stipulati con imprese residenti o localizzate in altri Stati membri dell’Unione europea, negli Stati aderenti all’accordo sullo Spazio economico europeo (SEE). Via libera, dunque, a società italiane che fanno capo a multinazionali estere ma che effettuano attività di R&S in Italia su commissione di soggetti esteri.
Nel novero delle spese agevolabili rientrano quelle per il personale, attrezzature e brevetti mentre sono espressamente esclusi i costi relativi agli immobili. A differenza di ciò che riguarda il credito R&S&I generale, l’utilizzo del credito è subordinato, oltre che all’attestazione da parte del soggetto incaricato alla revisione dei conti che vada ad accertare l’effettivo sostenimento dei costi, anche alla certificazione del merito tecnico di cui all’art. 23 del DL 73 del 2022, il cui decreto attuativo è in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale proprio in questi giorni.
L’intensità dell’aiuto è in linea con le previsioni dell’art. 25 del Reg. UE n. 651/2014 (Regolamento generale d’esenzione) che stabilisce i livelli massimi per singolo beneficiario, ovvero: 100% dei costi ammissibili per le attività di ricerca fondamentale, 50% per la ricerca industriale e gli studi di fattibilità e 25% per lo sviluppo sperimentale. Sono previste aliquote più elevate per le PMI o in casi di progetti svolti in collaborazione.
Il comitato per la microelettronica
È prevista inoltre anche l’istituzione di un Comitato tecnico permanente per la microelettronica composto da un rappresentante del Ministero delle imprese e del made in Italy, da un rappresentante del Ministero dell’economia e delle finanze e da uno del Ministero dell’università e della ricerca con funzioni di controllo e coordinamento e con l’obiettivo di segnalare eventuali crisi di approvvigionamento del settore e predisporre un piano nazionale triennale con indicazioni organiche sulle azioni da intraprendere. Per l’analisi tecnica in merito il Comitato potrà contare sul supporto del Centro italiano per il design dei circuiti integrati e semiconduttori.
Per la piena operatività della misura, tuttavia, si è ancora in attesa di un ulteriore decreto attuativo, finalizzato a potenziare l’intera filiera dei semiconduttori ed a ridurne la dipendenza dall’estero che, sulla base delle indiscrezioni di stampa, dovrebbe essere di prossima emanazione.
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